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HomeRicerca e innovazioneCentro Ricerche SMAT

Centro Ricerche SMAT


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La nostra missione: studiare, sperimentare, produrre

L’acqua è stata identificata come il maggior problema ambientale del XXI secolo.

L’esperienza maturata da SMAT nella gestione delle risorse idriche, dal prelievo dall’ambiente alla restituzione dopo l’utilizzo, ci supporta nella ricerca dei migliori strumenti e delle migliori tecnologie per promuovere la salute e la protezione dell’ambiente.

Aumenta l’efficienza e l’efficacia dei processi di potabilizzazione e di depurazione con sistemi moderni e ecocompatibili, migliora la qualità dell’acqua prodotta, educa all’uso corretto delle risorse idriche.

La nostra missione consiste nel trasferire le conoscenze acquisite attraverso gli studi e le sperimentazioni nelle diverse realtà produttive, contribuendo all’innovazione tecnologica e allo sviluppo industriale nel settore idrico.

Per avere più notizie sull’acqua di volo SMAT

L’acqua SMAT nello spazio

 

Chi siamo, che cosa facciamo

Il nuovo Centro Ricerche SMAT si colloca fra le maggiori realtà italiane nel campo della ricerca applicata e nel controllo delle acque potabili e reflue.

L’attività di ricerca applicata consiste principalmente in progetti sulle seguenti tematiche:

  • trattamenti di potabilizzazione e di depurazione convenzionali
    e innovativi
  • qualità chimica, microbiologica e organolettica dell’acqua potabile
  • monitoraggio qualitativo delle risorse idriche
  • dispositivi e materiali innovativi

svolti in collaborazione con università, enti e imprese di primaria importanza.

L’attività analitica di controllo delle acque potabili e delle acque reflue consiste in circa 42.000 campioni analizzati ogni anno, per un totale di oltre 600.000 parametri determinati.

La nostra rete

SMAT ha tessuto nel corso degli anni una fitta rete di collegamenti con importanti organismi scientifici sia in campo nazionale che internazionale.

I principali enti con i quali il Centro Ricerche è in contatto sono:

– il Politecnico di Torino
– l’Università di Torino
– il Politecnico di Milano
– l’Università di Genova
– l’Università di Brescia
– l’Università di Roma
– l’Istituto Superiore di Sanità
– la Federazione delle Imprese Energetiche e Idriche Italiane – Federutility
– la Fondazione di Ricerca AMGA
– l’Associazione Europea delle Imprese dei Servizi Idrici EUREAU
– la Scuola Internazionale dell’Acqua per lo Sviluppo Hydroaid
– la Società HYDRODATA Div. Ricerca Applicata di Torino
– la Società Veolia Environment
– la Fondazione USA di Ricerca Statunitense AWWA Research – Foundation
– il Centro Nazionale per le Tecnologie Avanzate dell’Acqua in Israele
– le Università cinesi di Wuhan, Luoyang e Shenzhen

Una localizzazione privilegiata

Il Centro Ricerche occupa uno spazio i oltre 2.200 metri quadrati, sito all’interno del comprensorio dei grandi impianti di potabilizzazione del fiume Po della Società SMAT.

Esso confina direttamente con il campus dell’International Labour Organization (ILO), dove hanno sede i corsi della Scuola Hydroaid, costituendo quindi un polo di formazione e sviluppo scientifico di grande importanza a livello internazionale nel settore delle acque.

Il comprensorio è anche dotato di una foresteria per ospitare studenti e ricercatori.

Per avere più notizie sul Centro Ricerche SMAT

Brochure Centro Ricerche SMAT 
Attività di Ricerca – Gennaio 2017 
Attività di Ricerca – Febbraio 2018

Attività di Ricerca – Febbraio 2019

Attività di Ricerca – Febbraio 2020

Studiare

Alla base dell’innovazione tecnologica e dello sviluppo industriale c’è sempre un’intensa attività di studio.
Il Centro Ricerche SMAT ha approfondito la conoscenza e l’attività di monitoraggio sulle seguenti tematiche:

Neoformazione dei sottoprodotti della disinfezione nelle acque trattate di origine superficiale, in particolare ioni clorito e clorato Processi tradizionali e innovativi per la rimozione dell’arsenico da acque di origine sotterranea Trattamento di acque superficiali con membrane a fibra cava sommersa Ricerca di microrganismi patogeni emergenti e di indicatori in tempo reale di contaminazione batterica Presenza di cianobatteri in acque di invaso destinate alla potabilizzazione Valutazione del rischio per la presenza di pesticidi nelle fonti di approvvigionamento Sviluppo di protocolli analitici rapidi per la gestione delle emergenze idriche qualitative Automazione delle tecniche analitiche per la determinazione di molecole ambientalmente rilevanti in tracce Presenza di disturbatori endocrini e di residui di prodotti farmaceutici e di droghe nelle acque di scarico Riuso delle acque reflue per destinazioni speciali (acqua spaziale) Effetto della disinfezione con ipoclorito sulla tossicità allo scarico delle acque reflue urbane Impiego del trattamento di ozonazione negli impianti di depurazione per la riduzione della produzione di fanghi Digestione anaerobica della frazione organica dei rifiuti solidi urbani Valutazione della compatibilità degli apparecchi dissipatori di rifiuti organici

Nell’attività di studio il Centro Ricerche SMAT si avvale dei propri laboratori:

  • il Laboratorio Biologico per le acque potabili
  • il Laboratorio Chimico per le acque potabili
  • il Laboratorio Chimico-Biologico per le acque reflue.

Sperimentare

SMAT è da oltre 50 anni leader nel campo dei trattamenti delle acque.
Da sempre ha investito risorse per sperimentare i più avanzati processi di potabilizzazione e di depurazione, applicando i risultati ottenuti sui propri impianti.

Attraverso la realizzazione di numerosi impianti pilota, il Centro Ricerche ha sperimentato processi avanzati di ossidazione e disinfezione negli impianti di potabilizzazione di acqua superficiale, trattamenti a membrane di micro e ultrafiltrazione e di osmosi inversa per la rimozione degli inquinanti, processi di depurazione innovativi nel più grande impianto di trattamento delle acque reflue urbane d’Italia.

Da oltre 20 anni è all’avanguardia nella sperimentazione di nuovi metodi di controllo delle risorse, in particolare strumenti automatici per il monitoraggio on line, ossia istante per istante, della qualità delle acque, che garantiscono la continuità del controllo e la tempestività dell’intervento.

Negli ultimi anni, coerentemente con la consapevolezza che l’acqua del rubinetto non può essere solo sicura, ma deve anche essere ‘buona’ (Carta di Bonn, 2004), il Centro Ricerche ha costituito un gruppo di assaggiatori diplomati che, effettuando sperimentazioni sulle caratteristiche organolettiche delle acque potabili prodotte, suggeriscono gli interventi necessari per migliorarne il gusto.

Produrre

Dopo le fasi di studio e sperimentazione, la ricerca applicata deve trasferire le conoscenze acquisite al mondo dell’industria.
Fra i nostri successi ricordiamo:

  • l’adozione delle biotecnologie per il trattamento dei contaminanti inorganici
  • il recupero ambientale di un bacino artificiale per il pretrattamento di lagunaggio naturale di acque destinate alla produzione di acqua potabile
  • l’impiego di agenti disinfettanti più efficaci e di tecnologie ecocompatibili (ad esempio membrane di vario tipo)
  • lo sviluppo di tecnologie di trattamento dei fanghi di depurazione volte al riutilizzo dei fanghi stessi
  • la realizzazione di un trattamento innovativo per il recupero delle sabbie negli impianti di depurazione.

Ma i risultati delle attività di ricerca e innovazione svolte dal Centro Ricerche SMAT trovano applicazione anche a livello internazionale, fra tutti l’acqua ‘spaziale’. Il 9 marzo 2008 una speciale acqua prodotta da SMAT è stata lanciata con il modulo ATV Jules Verne verso la Stazione Spaziale Internazionale.

La fornitura della prima acqua italiana bevuta nello spazio ha richiesto la messa a punto di un complesso processo produttivo che è stato studiato, testato e realizzato presso il Centro Ricerche in collaborazione con Thales Alenia Space Italia.

Inoltre, nell’ambito dei progetti di cooperazione internazionale, il Centro Ricerche ha collaborato con il SERMIG – Arsenale della Pace di Torino per la realizzazione di un’apparecchiatura da applicare a una normale bicicletta in grado di convertire l’energia motoria prodotta con la pedalata in energia per la produzione di acqua potabile partendo da acque contaminate da arsenico o da altri inquinanti.

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